Balme e l’Ecomuseo delle Guide Alpine
Balme, un affascinante villaggio alpino al confine tra Piemonte e Savoia, offre un’esperienza unica per chi ama la montagna autentica. Con meno di cento abitanti, Balme vive da secoli in isolamento, con inverni lunghi otto mesi e una natura selvaggia che rende la vita agricola una sfida quotidiana. Storicamente, quando le miniere di ferro si esaurirono, il contrabbando diventò la principale risorsa, oggi noto come commercio transalpino. Nel XIX secolo, gli abitanti si trasformarono in guide alpine, affermandosi come pionieri dell’alpinismo e dello sci, rendendo Balme una meta ambita dai turisti.
Oggi, Balme mantiene il suo fascino originale, con un ambiente naturale incontaminato e una vivace cultura alpina. I visitatori possono esplorare le tradizioni locali attraverso la lingua francoprovenzale, la musica, la danza e i costumi tradizionali.
L’Ecomuseo delle Guide Alpine di Balme, situato nell’antica sede comunale, è una tappa imperdibile per gli amanti della cultura e della natura. Il museo racconta la storia del villaggio, dalle sue origini pastorali e contrabbandiere fino all’epoca dell’alpinismo e alle attuali attività legate al turismo e all’artigianato. Con una collezione di foto d’epoca, attrezzature e documenti storici, il museo offre uno sguardo unico sulla vita alpina. Inoltre, il percorso si completa con sezioni dedicate alla flora, fauna e minerali locali, e un itinerario storico-naturalistico nel territorio.
Visita Balme per scoprire un angolo autentico delle Alpi, dove la storia, la cultura e la natura si intrecciano in modo unico.
Leggi di piùScopri la Magia di Polignano a Mare: Un Gioiello della Puglia
Scopri la Magia di Polignano a Mare: Un Gioiello della Puglia
Polignano a Mare è un incantevole borgo situato sulla costa adriatica della Puglia, noto per le sue scogliere mozzafiato, le acque cristalline e il suo affascinante centro storico. Se stai cercando una destinazione che combina bellezze naturali, storia e cultura, Polignano a Mare è il luogo ideale per te.
Storia e Cultura
Fondata dai Greci nel IV secolo a.C., Polignano a Mare vanta una ricca storia che si riflette nei suoi antichi edifici e nelle sue stradine strette e tortuose. Il cuore del borgo è il centro storico, caratterizzato da case bianche, archi pittoreschi e balconi fioriti. Tra i monumenti di spicco, la Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta e il Museo Pino Pascali, dedicato all’omonimo artista contemporaneo, offrono uno spaccato della storia e della cultura locali.
Le Spiagge e le Grotte
Le spiagge di Polignano a Mare sono famose per la loro bellezza incontaminata. Tra le più rinomate, Cala Porto, anche conosciuta come Lama Monachile, è una piccola baia incastonata tra alte scogliere, ideale per nuotare e rilassarsi al sole. Le acque turchesi e trasparenti della zona sono perfette per lo snorkeling e le immersioni, offrendo uno spettacolo sottomarino ricco di vita marina.
Le grotte marine sono un’altra attrazione imperdibile. La Grotta Palazzese, accessibile solo via mare, è un vero e proprio gioiello naturale. Questa grotta, utilizzata anche come ristorante, offre una vista spettacolare e un’atmosfera unica, rendendola un luogo magico per una cena romantica.
Eventi e Tradizioni
Polignano a Mare è celebre anche per i suoi eventi culturali e tradizionali. Uno degli eventi più famosi è il Red Bull Cliff Diving, una competizione internazionale di tuffi da grandi altezze che si svolge ogni estate. Questo evento attira atleti da tutto il mondo e offre uno spettacolo mozzafiato.
Le feste patronali, come quella di San Vito, sono un’occasione per scoprire le tradizioni locali. Durante queste celebrazioni, le strade del borgo si animano con processioni, musica e fuochi d’artificio, creando un’atmosfera festosa e coinvolgente.
Gastronomia
La cucina di Polignano a Mare è un tripudio di sapori mediterranei. Il pesce fresco è l’ingrediente principale di molti piatti, come il crudo di mare e la frittura di paranza. Tra i piatti tipici, non possono mancare le orecchiette alle cime di rapa, un classico della tradizione pugliese. Per concludere un pasto, è d’obbligo assaggiare il famoso gelato artigianale di Polignano, considerato uno dei migliori d’Italia.
Come Arrivare e Dove Soggiornare
Polignano a Mare è facilmente raggiungibile in auto, treno o aereo. L’aeroporto più vicino è quello di Bari, a circa 40 chilometri di distanza. Da Bari, è possibile prendere un treno regionale che in meno di mezz’ora arriva a Polignano.
Per quanto riguarda l’alloggio, Polignano a Mare offre una vasta gamma di opzioni, dagli hotel di lusso ai bed and breakfast accoglienti e alle case vacanza. Molte strutture sono situate nel centro storico, offrendo la possibilità di immergersi completamente nell’atmosfera del borgo.
Polignano a Mare è una destinazione che incanta e affascina. Con le sue bellezze naturali, la sua ricca storia e cultura, e la sua deliziosa cucina, è il luogo perfetto per una vacanza indimenticabile. Che tu stia cercando avventura, relax o un tuffo nella tradizione, Polignano a Mare saprà soddisfare tutte le tue aspettative.
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Foto di: @rlivia97
Leggi di piùRovereto e Vallagarina
Rovereto costituisce il centro principale della Vallagarina.
Sospesa fra avanguardia e tradizione, Rovereto offre a tutti i visitatori un vero e proprio tuffo nella cultura storica e contemporanea: Mart e Casa D’Arte Futurista Depero, Museo Storico della Guerra e Campana dei Caduti, Museo Civico e Palazzo Alberti.
Il cuore antico della città racchiude un museo a cielo aperto di storia medievale e veneziana, i quartieri adiacenti portano i segni dell’eredità culturale del secolo dei lumi e dell’opulenza economica lasciati dall’ economia della seta.
Oltre alle attrazioni culturali di Rovereto, la Vallagarina offre moltissime altre cose da vedere e fare. Ecco alcune altre attrazioni e attività che potresti considerare durante una visita:
Castello di Avio: Situato nei pressi di Avio, questo imponente castello medievale offre una vista spettacolare sulla Vallagarina. È possibile visitare le sue torri, le mura e le sale interne ben conservate.
Castello di Sabbionara: Questo castello, situato vicino a Avio, è uno dei più belli e meglio conservati della regione. Offre una vista mozzafiato sulla valle circostante e ospita eventi culturali durante l’anno.
Santuario di Monte San Martino: Questo antico santuario si trova su un colle sopra la città di Rovereto e offre una vista panoramica sulla valle sottostante. È un luogo di pace e tranquillità, ideale per una passeggiata rilassante.
Sentiero dell’Arte: Questo percorso escursionistico segue l’antica Via Claudia Augusta e offre la possibilità di ammirare opere d’arte contemporanea all’aperto lungo il percorso.
Enogastronomia: La Vallagarina è famosa per i suoi vini, in particolare il Marzemino e il Teroldego. Numerose cantine della zona offrono degustazioni e visite guidate. Inoltre, la cucina locale offre una vasta gamma di piatti tradizionali da gustare.
Attività all’aria aperta: La Vallagarina è un paradiso per gli amanti della natura, con numerose opportunità per escursioni, mountain bike, arrampicata e molto altro ancora.
Queste sono solo alcune delle attrazioni e attività che la Vallagarina e Rovereto hanno da offrire. Spero che ti siano utili per pianificare il tuo viaggio!
Leggi di piùIl Presepe a Napoli
Luci, suoni, colori, immaginazione, arte, passione, tradizione.
Questa è l’atmosfera in cui si viene avvolti in Via San Gregorio Armeno a Napoli nel periodo di Natale.
In questa via famosa in tutto il mondo, ci sono i più grandi artigiani che ricreano nel presepe, tutta la magia di quei giorni e quella notte di 2000 anni fa. Il 25 Dicembre: la notte della nascita di Gesù.
Passeggiare per San Gregorio Armeno, per un napoletano è una tradizione ma per un turista che visita Napoli è una tappa obbligata.
Non solo nei giorni dell’Avvento ma anche durante tutto l’anno. Anzi, è proprio durante il resto dell’anno che è anche possibile ammirare gli artigiani che nelle loro botteghe si dedicano alla realizzazione di queste vere e proprie opere d’arte.
Quest’arte, infatti viene tramandata di generazione in generazione sempre conservando la tradizione, la cura e la passione nella realizzazione dei personaggi più legati all’evento sacro ma anche inserendo personaggi o eventi più attuali e non sempre religiosi ma che lasciano un segno non solo nel popolo napoletano ma in tutto il mondo.
Quando un personaggio contemporaneo, diventa protagonista e soggetto di una nuova statuetta del presepe profano di San Gregorio Armeno, è come se avesse apposto un sigillo al raggiungimento della sua notorietà.
Grazie alle capaci mani, fantasia, ironia di questi artigiani napoletani, i personaggi famosi diventano
pastorelli di questi moderni presepi.
Nei presepi di Via San Gregorio Armeno, potrai, quindi fare veramente un viaggio nel tempo.
Non perdetevi questa tappa.
Castello di Giomici
Il Castello di Giomici è una fortezza medievale risalente al secolo XI, costruita per l’avvistamento dei nemici e la difesa della Valle del Chiascio dagli attacchi di Perugia e Assisi nemici storici di Gubbio. Tenute in buone condizioni, ci sono 2 torri, alcune case e la chiesetta del 1154 che ospita affreschi eseguiti tra il 1200 ed il 1600, alcuni dei quali opera di Matteo da Gualdo, un bellissimo soffitto in legno e, dietro l’altare, un telaio in stile Della Robbia.
Il primo documento scritto che menziona il Castello di Giomici risale al 1160 ed è composto da una bolla imperiale di Federico Barbarossa, che assegnava la proprietà del castello di “Giomisco” a favore della signoria di Assisi ed affidandola poi 3 anni dopo ai Gabrielli signori di Gubbio. Durante il Medioevo, il castello di Giomici fu protagonista di contese armate tra Gubbio, Perugia ed Assisi.
Per il castello sono passati famosi personaggi storici, come Petruccio de Ciuccio de Villamaina che, nel 14° secolo cadde nella difesa della torre sotto attacco dei nemici. Più tardi nel 19° secolo, il bandito Cinicchia, trovò riparo rifugiandosi nelle cantine del castello, Cinicchia è conosciuto come “il Robin Hood dell’Umbria” perché rubava ai ricchi per dare ai poveri.
Il Castello di Giomici passò nelle mani della famiglia Vagni nel 1650, che ad oggi ne è ancora la proprietaria. I Vagni hanno ristrutturato il castello e le vicine fattorie preservandone le caratteristiche storiche e architettoniche. Per merito della stessa famiglia la torre di Petruccio de Ciuccio è stata restaurata nel 1944 insieme alla chiesetta al palazzo ed alle mura di cinta che la circondano.
Oggi, il castello è anche una stupenda struttura dove poter trascorrere un romantico fine settimana.
Il Bosco dei Giganti della Sila
“Chi pianta un albero pianta una speranza” recita così un verso della poetessa americana Lucy Larcom e di speranze i baroni Mollo ne hanno seminate tante, quando nel 1600 decisero di dar vita a uno dei boschi monumentali più belli d’Italia.
I Giganti di Fallistro rappresentano un patrimonio inestimabile, in termini naturalistici. Questa riserva biogenetica custodisce in prevalenza pini larici (sono circa sessanta gli esemplari) dei veri e propri monumenti: imponenti e spettacolari essi raggiungono i quarantacinque metri di altezza e un diametro di circa due metri alla base. Trovarsi al cospetto di questi secolari alberi delle meraviglie è un’esperienza indimenticabile, infatti è una tappa fondamentale per chi decide di visitare il Parco Nazionale della Sila.
Ci troviamo a Spezzano della Sila, in un’area naturale protetta, dove tutto viene lasciato in balia della natura e delle sue leggi. La Riserva dei Giganti di Fallistro (istituita nel 1987) è speciale poiché l’intervento dell’uomo è limitato: la natura fa il suo corso, gli alberi nascono, crescono e cadono senza che l’uomo ci metta mano, tutto si rigenera, seguendo il perfetto ciclo della vita. Questo bosco ultracentenario dal 2016 è un bene gestito dal FAI- Fondo Ambiente Italiano, fondazione senza scopo di lucro che si impegna per valorizzare, tutelare e salvaguardare il patrimonio naturalistico e culturale italiano.
La visita a questi giganti verdi avviene in compagnia di guide specializzate, e della responsabile FAI, Simona Lo Bianco, che raccontano i segreti di ogni albero, soprattutto quelli più anziani (alcuni raggiungono i 350 anni di età). La loro vista desta curiosità e stupore: si scorgono diversi particolari come un enorme pino laricio caduto, affettuosamente ribattezzato “pinosauro”, per la sua forma che ricorda un vecchio dinosauro. Oppure delle cavità scavate nei tronchi, dove poter entrare come se fossero delle piccole caverne, segno lasciato della slupatura, una pratica che consentiva la raccolta della resina, in passato utilizzata in cosmesi e per alimentare le fiaccole.
Non solo flora, ma anche fauna, infatti con un po’ di fortuna è possibile incontrare tra gli alberi lo scoiattolo nero calabrese (Sciurus Meridionalis), una specie autoctona di Calabria e Basilicata. Questo bosco rappresenta la tipica selva calabrese, un colonnato naturale dove poter entrare in contatto con l’anima del territorio, in un viaggio nel tempo, alla scoperta di un paradiso naturalistico, nel cuore della Calabria.
Venezia compie 1600 anni.
Venezia, originariamente una serie di insediamenti su isole della laguna veneziana, fu fondata tradizionalmente il 25 marzo 421 d.C. con la fondazione di una chiesa in onore di San Giacomo di Rialto sull’isola di Rialto. Tuttavia, la città di Venezia iniziò a svilupparsi e ad espandersi nel corso dei secoli successivi, diventando una delle repubbliche marinare più potenti e influenti del Mediterraneo.
Venezia – Murano – Le Vetrerie
L’affascinante storia del Vetro di Murano nasce nel 1291, quando si decise che le vetrerie di Venezia fossero trasferite a Murano. Questa decisione, che si rivelò ben presto importante per gli abitanti dell’isola di Murano, fu presa perché i forni dei laboratori a Venezia erano la causa principale di gravi incendi.
Concentrare tutte le vetrerie a Murano fu utile a Venezia per controllare l’attività dei mastri vetrai e per custodire quell’arte che l’aveva resa famosa in tutto il mondo. Gelosa della fama acquisita, Venezia obbligò i mastri vetrai a vivere sull’isola e impedì loro di lasciarla senza un permesso speciale.
Nonostante queste restrizioni, tuttavia, molti vetrai riuscirono a fuggire, portando con sé un bagaglio importante di esperienza e conoscenza artigianale ed esportando all’estero le loro celebri tecniche. La crisi più significativa che dovette affrontare il Vetro di Murano fu nel XV secolo, quando si cominciò la fabbricazione dei cristalli di Boemia. Venezia riuscì ad uscirne, grazie anche all’impiego del vetro di Murano per la realizzazione di lampadari, ancora oggi tra le opere più note ed apprezzate in vetro di Murano.
Nel 1602, il podestà, nel censire gli isolani, ricorse alla compilazione di un Libro d’Oro. L’iter per ottenere l’iscrizione era lungo e avveniva solamente mediante il consenso della Repubblica. Chi non risultava iscritto nel Libro non poteva lavorare in vetreria, non partecipava ai consigli e non usufruiva dei privilegi concessi ai cittadini muranesi.
Nel 1900, i maestri vetrai sono riusciti a seguire tendenze e mode artistiche moderne, concentrandosi ad una lavorazione del vetro di Murano perfezionata, pur rispettando la tradizione millenaria, che valorizza le opere in vetro di Murano in modo unico ed inimitabile.
Il vetro è formato da silice, che diventa liquido con elevate temperature.
E’ nel momento del passaggio tra lo stato liquido e quello solido che il vetro diventa morbido e malleabile, permettendo al vetraio di plasmarlo per creare opere uniche ed inimitabili.
L’esperienza acquisita nel tempo ha portato i mastri vetrai di Murano a scoprire che l’uso di diversi materiali durante la lavorazione fanno sì che il vetro modifichi il suo aspetto, creando degli effetti visivi singolari e suggestivi. E’ questo il caso del sodio, ad esempio, che viene utilizzato dall’artigiano per rendere la superficie di vetro opaco, oppure del nitrato ed arsenico, che vengono impiegati, invece, per eliminare le bolle. Colori, tecniche e materiali variano a seconda del risultato che il vetraio sta cercando di raggiungere.
La lavorazione del vetro di Murano viene spesso distinta in due classi: prima lavorazione e seconda lavorazione.
Rientrano nella prima lavorazione quei procedimenti che utilizzano la materia prima, ossia sabbia, soda ed altri composti, oppure il vetro grezzo, detto cotisso. Questi elementi vengono fusi in forni specializzati al fine di ottenere la miscela vitrea che successivamente viene lavorata.
Fanno parte, invece, della seconda lavorazione l’elaborazione a lume con l’utilizzo di bacchette di vetro, la vetrofusione e le lavorazioni “a freddo” quali la decorazione, l’incisione e la molatura.
Musei Reali – Torino
Ai Musei Reali di Torino è stata inaugurata la nuova Galleria Archeologica: un allestimento permanente per le opere più antiche.
Il corridoio centrale ha il compito di evocare una galleria di palazzo, dove lungo le pareti si allineano statue greche e romane, rilievi scolpiti e busti marmorei, che presentano al visitatore i caratteri salienti della rappresentazione antica: le teste-ritratto, vere immagini di propaganda dell’Antichità; le riproduzioni romane di opere celebri; le scene di banchetto sui sarcofagi, per poi culminare nella suggestiva Rotonda degli Imperatori, dove i busti dei principali personaggi della storia romana circondano il visitatore.
Ai reperti assiri, giunti al Museo nel 1847, è dedicata l’area Vicino Oriente Antico, a cui si unisce una raccolta la più ricca in Italia di testi cuneiformi e sigilli a cilindro.
All’interno della quinta sezione sulle antichità dall’isola di Cipro, è presente la maggiore collezione del Museo: conta oltre 1.000 pezzi in grado di testimoniare l’evoluzione di quello straordinario crocevia culturale lungo un arco cronologico che spazia dall’antica Età del bronzo (III millennio a.C.) alla tarda antichità (IV-V secolo d.C.).
TORINO
A partire dal 2006, anno delle Olimpiadi, la città ha dato una svolta alla propria connotazione di Città Fabbrica legata al nome della FIAT.
In vista delle Olimpiadi, infatti, ha rispolverato tutto il suo patrimonio storico, artistico e culturale riuscendo nel tempo a capitalizzare tutto il lavoro fatto e dando, finalmente un’impronta turistica alla città.
Torino, si presenta come una grande alternativa alle altre città italiane come Firenze, Roma e Venezia, con i suoi importanti musei: Egizio, Reale, Galleria Sabauda, dell’Automobile, del Cinema, la Sindone, la Mole Antonelliana solo per citarne alcuni.
La città romanica sotterranea, la Torino Liberty, la cornice della collina con la Basilica di Superga e non dimentichiamo la Reggia di Venaria sono altre importanti tappe in una visita alla città.
Torino offre talmente tanto da vedere e di emozioni da vivere che non basta visitarla una volta.